RB 4,3-8 – Poi non uccidere. Non commettere adulterio. Non rubare. Non assecondare la concupiscenza. Non testimoniare il falso. Onorare tutti gli uomini.

Il capitolo quarto è sostanzialmente una raccolta di versetti biblici, quasi a ricordarci che la Regola è una sorta di bigino, un prontuario per vivere il Vangelo.

Se dovessimo noi scegliere un elenco di versetti da sottolineare e conservare per ricordarceli più facilmente, molto probabilmente faremmo delle scelte diverse. Ad esempio non riprenderemmo alcuni di questi versetti che ci appaiono fuori luogo in quanto ci consideriamo già molto più avanti o non inerenti alla scelta di vita fatta. Mi riferisco a non uccidere, non rubare, non testimoniare il falso, come pure non commettere adulterio. Ma forse Benedetto ci vuole ricordare chiaramente che la nostra umanità non è poi così diversa da quella di molti altri nostri fratelli che in situazioni difficili giungono a compiere questi gesti. Potremmo dire che c’è un comandamento sotteso: non presumere.

Mi sembra però significativo ricordarci che questi sono proprio i comandamenti che Gesù indica al ricco che gli chiede cosa doveva fare per ereditare la vita eterna (cfr. Mc 10,17-22; Lc 18,18-23). Si incomincia proprio da qui per poi lasciare tutto e seguirlo, se si desidera realmente sopra ogni cosa la vita eterna. Non è così scontato il lasciare tutto, tanto è vero che questo personaggio se ne va via triste perché attaccato ai suoi beni, che non sono per forza le ricchezze.

Questi sono anche i comandamenti che Gesù commenta nel capitolo 5 di Matteo volendo indicare la logica del regno dei cieli, il modo con cui leggere la Scrittura per entrarvi (cfr. Mt 5,20-48). Non un’osservanza formale, ma che sa cogliere lo spirito, il desiderio di Dio, e per questo scopre la vera giustizia.

Allora dovremmo con umiltà chiederci se realmente sappiamo vivere secondo questa “parola di vita”, o se con il nostro modo di fare o di parlare non contraddiciamo queste indicazioni. Quante volte feriamo in modo gratuito un fratello, o presi dalla rabbia cerchiamo apposta quelle parole che sappiamo farlo soffrire o destabilizzarlo. Gesù ci ricorda che ci sono molti modi per uccidere una persona, ma anche per defraudarla, spogliarla, impoverirla.

Questi versetti sono un invito a ritornare a queste pagine evangeliche per meditarle in profondità senza presumere di noi stessi, ma cercando di fare verità. L’onorare tutti gli uomini incomincia con l’onorare i fratelli che ci sono accanto e per fare ciò occorre imparare a non assecondare la nostra istintività, il nostro orgoglio, la nostra concupiscenza. Il cammino di conversione non è irenico e neppure intellettuale, è molto “carnale”, cioè passa nella nostra carne e per questo è molto doloroso a volte.