Prologo 18-21 – E quando avrete fatto questo, i miei occhi saranno su di voi, le mie orecchie si faranno attente al vostro grido, e ancor prima che mi invochiate, io vi dirò: Eccomi! Che cosa vi può essere di più dolce per noi, fratelli carissimi, di questa voce del Signore che ci chiama? Ecco, il Signore, nella sua grande bontà, ci mostra il cammino della vita. Cinti dunque i fianchi con una fede robusta e comprovata dal compimento delle buone opere, procediamo sulle vie del Signore, sotto la guida del Vangelo, per meritare di vedere Colui che ci ha chiamati al suo regno.

Il Signore veglia sul nostro cammino con sguardo dolce e benevolo, anche se noi non ce ne accorgiamo. Non è un maestro severo che aspetta solo l’occasione per bacchettarci. Ci ha donato il suo Figlio e il Vangelo come guida per la nostra vita. Egli rispetta la nostra libertà, anche quando scegliamo percorsi che ci allontanano da Lui e ci fanno del male. Non ci abbandona e continua a sussurrarci, con la sua dolce voce, dove sta il bene. Se noi ci fidiamo e Lui e iniziamo a praticare le buone opere che il Vangelo ci indica, sperimentiamo la bontà di questa via.

Dio desidera per noi una vita piena che ci viene dall’essere in comunione con Lui, sorgente della vita. Spera che noi non ci limitiamo a sopravvivere, ma sappiamo sollevare il nostro sguardo e il nostro desiderio al Regno, cioè alla vita in Lui. Non è un cammino fuori dalla nostra portata o impossibile, ma ce lo ha mostrato e spiegato in Gesù.

Il monaco non fa altro che vivere sotto la guida del Vangelo. In esso trova la sua gioia, perché trova i criteri per vivere delle relazioni pienamente umane, per vivere nel creato ponendosi come rispettoso custode, per far fruttificare i talenti che ha ricevuto condividendoli. Il monaco non fugge dal mondo, ma assume la giusta prospettiva per portare a compimento l’anelito di gioia presente nel mondo. Per questo si rimbocca le maniche e lavora per custodire tutto il bello e buono che è presente.